Prologo
“Pandoraaaaaaaaa!” Carmen mi venne
incontro, con un sorriso stampato sul volto.
“Carmennnnnnnnn!” ero così felice di
vederla, ho aspettato tutta l'estate per questo momento.
Dovevo farle
vedere due cosette.
“Car, ti devo far vedere due cosine” le
feci un sorriso malizioso, ci nascondemmo dietro il ciliegio di casa
mia. Le feci vedere il piercing che mi ero fatta al labbro inferiore,
era un semplice cerchietto che iniziava all'interno del labbro e
faceva tutto il giro, color viola piccolino ma così bello.
“Anch'io mi sono fatta un piercing, alla
lingua. Guarda” mi fece la linguaccia, ed eccolo li, una pallina
colorata sopra di essa,color giallo fosforescente con striature blu.
“oh ma che carino. Ma io non ho ancora
finito” le sorrisi compiaciuta, non vedevo l'ora di vedere la sua
reazione alla seconda cosetta che dovevo mostrarle.
“Un altro piercing?”
“Shhhhhh”
Cominciai a slacciarmi i jeans, osservai il suo
viso. Sembrava sorpresa, anzi super sorpresa.
“Ta-Daaa!” le mostrai il mio fianco, con
sopra un tatuaggio così bello e così delicato.
“Oh mio Dio! Ma è bellissimo! Lo voglio
anch'io, te lo sei fatto quando sei andata con i tuoi a New York?”
Annuì felicemente, perchè avevo rivelato quel
segreto alla mia migliore amica.
“E i tuoi te lo hanno fatto fare?”
In realtà, i miei non lo sapevano,avevo fatto
tutto di nascosto. Gli avevo detto che ero uscita per fare una
passeggiata, ma poi mi sono ritrovata davanti ad un negozio di tatoo
e mi sono fatta convincere dal disegnatore.
“Mamma e Matteo, non sanno nulla. Quindi
acqua in bocca!”
Annuì comprendendo il mio ordine, le sorrisi
amorevolmente.
“Pandora, Carmen siete qui?”
Mi spaventai di colpo, mi allacciai i pantaloni
e ci sistemammo alla meglio, fingendo di discutere delle nostre
vacanze. Ci raggiunse Alessandro.
“Ciao Ragazze, come sono andate le vacanze?”
“Benissimo” rispondemmo all'unisono io e
Carmen, poi scoppiammo a ridere per quella situazione.
“Dai andiamo a prendere un gelato!” propose
Carmen, prendendomi per il braccio e tirnadomi vicino a lei per
sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
“Dimmi che ad Alessandro l'hai già detto”
Eh no, non lo avevo fatto. Temevo che si
sarebbe arrabbiato, non gli piacevano i tatuaggi, li trovava degli
scarabocchi insignificanti.
Deglutì e le feci segno di no.
“Allora andiamo, abbiamo ancora un giorno di
vacanza prima di domani”
“Tu Ale non hai problemi ad andare a scuola
domani, anzi te ti diverti. Hai tutte le gatte morte ai tuoi piedi.”
Sghignazzai a quella risposta di Carmelita, che
non aveva tutti i torti, io e lei ci facevamo il sedere a scuola.
Capitolo 1- Delusioni
“Fottuto gay del cazzo!”
“Tua madre non si è lamentata!”
Oh no, questa era una brutta carta. Non è bello tirare in ballo le
propri madri e questo Alessandro lo sapeva bene, ma non gliene
fregava un cazzo.
Perchè in quel momento pensava solo il modo con cui spaccare la
faccia a quello stronzo di Davide.
“Cazzo c'entra mia madre?! Testa di cazzo, non sai più cosa dire,
quindi la metti in mezzo alla discussione? Perchè sei qui?” urlò
Davide
“Dobbiamo parlare di Pandora e Testa di Cazzo lo dici a tua
sorella!”
Quei due matti stavano per menarsi solo per Pandora.
Pandora era una ragazza dall'apparenza bizzarra, aveva in faccia due
piercing, capelli biondi con ciuffi di ciocche colorate, con dei
occhi marroni come la cioccolata. Molto dolce e sensibile con le
persone a cui è affezionata, fredda e acida con le persone che non
sopporta.
Anche se aveva un aspetto un po' fuori dal comune, la ragazza aveva
una capacità intellettuale elevatissimo, lei faceva parte dei sei
giovani più intelligenti del Liceo Classico Alessandro Manzoni, che
si trovava a Roma.
Nessuno si era aspettato una scenata de genere da parte dei due
ragazzi, nessuno a parte Dolores.
Una vipera incallita, che ha fatto iniziare il litigio. C'è l'ha con
tutte le persone che ronzano intorno ad Alessandro.
Alessandro era dolce, simpatico, estroverso, premuroso e stronzo da
morire.
Ecco l'ho detto, Alessandro è uno stronzo, perchè si scopava tutte
le ragazze del liceo, tutte a parte la Dolce-Timida Pandora.
Non c'era mai riuscito, sentiva qualcosa che lo bloccava, qualcosa
che gli diceva che non era giusto nei suoi confronti; forse perchè
era cresciuto praticamente con lei, forse perchè le voleva troppo
bene o forse il fatto era che non la voleva trattare come quelle
gatte morte che si scopava.
“Spiegami perchè hai raccontato a tutta la scuola che te la
scopata?! E tanto per la cronaca sei un vero bastardo, perchè in
realtà non te la sei scopata, volevi solo farti vedere dai tuoi
amichetti.”
Alessandro era incavolato nero con Davide. Voleva un mondo di bene a
Pandora, d'altronde era la sua migliore amica e non avrebbe permesso
a nessuno di trattarla come una puttana.
“Non credo che Pandora si così tanto tua amica, se no ti avrebbe
già detto che me la sono fatta. Cosa che tu non hai ancora fatto!”
sorrise con un ghigno malvagio da far venire la voglia a tutti di
prenderlo a pugni.
E così fu, il pugno se lo prese in pieno petto da Alessandro,
l'altro rispose con una spinta contro gli armadietti scolastici.
“Carogna!” sbottò Alessandro.
“Figlio di puttana!”
“Pezzo di merda!”
Finirono per terra, non la smettevano di prendersi a pugni e a calci,
poi Alessandro si mise a cavalcioni sull'altro e si preparò per
tirare un pugno sul naso.
“BASTAAAAAAAAAAAAAA!”
Tutti i presenti si girarono verso la fonte di quella voce. Pandora.
Se ne stava li in piedi, con le mani strette a pugno, rossa in viso e
gli occhi lucidi, segno che era molto arrabbiata.
Si incamminò verso il centro, accompagnata dalla sua migliore amica
Carmen, la quale aveva un espressione tesa e preoccupata, era molto
alta e slanciata, con una folta chioma castana, riccia e dei occhi
tendenti al nero. Seguiva Pan a passo svelto, come per accertarsi che
non sarebbe successo nulla di eccessivo.
“Voi due....Non me lo sarei mai aspettato da voi. Io mi fidavo di
voi come nessun altro...” non terminò la frase perchè venne
interrotta da Alessandro.
“Pan, tesoro....” si era rattristito anche lui.
“Niente tesoro, mi avete delusi entrambi. Tu Davide, perchè non
hai avuto la dignità di pensare a cosa sarebbe successo se avessi
divulgato questa idiozia. Tu Ale perchè mai mi sarei aspettato una
scenata del genere, da te, tu che mi conosci e sai che odio le
maniere forti più di qualunque altra cosa esistente al mondo.”
detto così se ne scappò il più lontano possibile, con le lacrime
agli occhi.
Capitolo 2- Lacrime versate
“Bravi complimenti. Siete felici adesso?” Carmen fulminò i due e
poi tutti i presenti.
“Spero vi sia piaciuta l'esibizione.” seguì qualche istante di
silenzio e d'imbarazzo, poi si mise a cercare la sua migliore amica.
Mi cercò per tutta la scuola, preoccupata che le fosse capitato
qualcosa, alla fine mi trovò chiusa a chiave nel bagno delle
ragazze, a piangere.
“Pan, tesoro, aprimi. Sono io Carmen.”
Sentì lo schiocco della serratura e aprì la porta. Si presentò una
ragazza rossa in viso e con dei occhi cosi lucidi da sembrare uno
specchio.
Carmen mi abbracciò istintivamente, mi disse cose confortevoli.
“Calmati, adesso ci sono io. Shhhh....”
La povera Pandora non si era mai aspettata una scenata del genere dal
suo migliore amico, non si era mai aspettato che Davide fosse un
lurido verme.
“M-mi hanno delusa,tutti e due. Credevo che mi volessero bene e
invece si e dimostrato tutto una cazzata. Non li voglio più vedere.
Mai più, Carmen!” mi sfogai per un'eternità con la mia migliore
amica, la quale mi ripeteva che si sarebbe sistemato tutto.
Quando rincasai, mi diressi subito in camera, non avevo voglia di
vedere nessuno se non il mio adorato letto nella mia adorata camera.
La camera era stupenda, l'avevo fatta in modo da rispecchiare le mie
emozioni nelle situazioni belle.
In ogni parete c'era un colore diverso con delle sfumature, che
rendevano tutto cosi, allegro, come un prato di fiori. Il mio letto
era ad una piazza e mezzo, un quarto era occupato da buffissimi
peluches, regalatomi miei dai genitori o dagli amici.
Mi buttai a peso morto sul letto, presi l'I-Pod e feci scattare la
prima canzone che si trovava davanti ai miei occhi.
Stand in the Rain di Superchick...
She never slows down.
She doesn't know why but
she knows that when she's all alone, feels like its all coming down
She won't turn around
The shadows are long and she fears if
she cries that first tear, the tears will not stop raining down ...
Le parole della canzone mi flutuavano per la testa come tante piume,
mi sentì cullata dalla melodia e poi caddi nel sonno.
“Hey piccola”le disse Davide.
“Ciao” gli corsi incontro e lui mi prese in braccio dandomi un
bacio a fior di labbra che si trasformò in un bacio pieno di
passione e di desiderio.
Sentì la sua lingua accarezzare la mia, per poi passare allo
succhiarmi e mordermi del labbro superiore.
Provai un brivido di eccitazione, sentivo le gambe molli,
l'adrenalina salirmi.
Le sue mani mi accarezzavano i fianchi e le mie erano lì
nell'assaporare la bellezza dei suo capelli ricci e soffici, del
colore del grano.
Senza accorgermene, mi ritrovai in braccio a Davide. Mi teneva
stretto contro il suo petto muscoloso, mi accompagnò nello stanzino
delle scope e cominciò a slacciare i bottoni della mia camicetta con
foga, io esploravo il suo petto la sua schiena da sotto la sua
maglia.
Mi baciò sulle labbra, poi sulla guancia fino all'orecchio, poi
andò al collo e me lo morse delicatamente che mi fece il solletico,
mi bacio la spalla che si era liberata dalla camicetta.
Mi aveva lasciato una scia infuocata, che ardeva tantissimo, poi
però mi accorsi che sue mani si erano posate sui bottoni dei miei
jeans, per sganciarli e sfilarmeli.
Solo in quel momento mi resi conto di ciò che stavo per fare.
“D-davide, aspetta, aspetta un attimo” cercai di parlare, ma
lui non la smetteva di baciarmi, sentivo che era eccitato, ma non
potevo permettere che perdessi la mia verginità così.
Lo respinsi con tutta la forza.
“Davide non posso. Non così.”
“Se vorrai farlo, fammi un fischio!” era arrabbiato, e mi
dispiaceva.
Se ne andò.
Dopo due ore vedevo la gente guardarmi in un modo strano, quando
passavo per i corridoi la gente mi fissava e sghignazzava.
Avevo capito che c'era qualcosa che non andava ma cosa?
Poi arrivò Carmen, con un volto cupo, mi prese a braccetto e mi
portò in un'aula deserta.
“Che cazzo hai fatto, Pan?” era furiosa, ma perchè?
Le feci notare che non avevo capito nulla e lei allora mi spiegò.
“Gira la voce che Davide ti abbia scopata a scuola e che tu
adesso tutte le volte che lo vedi vai a fare del sesso.” mi guardò
con un aria preoccupata e incazzata nera.
“Da quanto gira la voce?”
Lo volli sapere, come minimo, dato che ormai tutti mi davano della
puttana.
“Da non molto, credo da un paio di ore.”
Scoppia a piangere, avevo capito perfettamente tutto, Davide, mi
ha tradito.
Mi ha sparlato alle spalle, ha parlato delle nostre cose, ha fatto
si che divenissi una puttana per ogni persona che incontrassi.
Cessai di colpo di piangere, d'altronde ero una donna, uscì a
passo svelto dall'aula e mi misi a cercare quella carogna per tutta
la scuola. Poi notai una cosa.
C'era un gurppo di ragazzi che urlava “Rissa! Rissa!” e due
persone che si piacchiavano sul pavimento, appena accorsi chi erano
le due persone,mi si gelò il cuore.
Alessandro e Davide.
Urlai con tutta la mia forza di cessare quella pagliacciata.
Il mio migliore amico che si picchiava con una carogna.
Non poteva essere, ero frustrata con le lacrime agli occhi, un
senso di vuoto, mi sentivo abbandonata dal mio migliore amico e dal
mio stronzo ragazzo.
Mi sfogai su di loro, dicendo quel che pensavo e poi scappai in
bagno.
Non era possibile, lui mi aveva usata, voleva solo giocare con me.
In realtà non mi amava, voleva solo del sesso e basta.
Alessandro invece si è comportato da bambino insensibile, si
certo magari mi stava proteggendo ma non vedo il motivo di usare le
maniere forti. Non Li sopporto.
Da oggi in poi sarò più fredda con tutti a parte con i miei e
con Carmelita.
Mi svegliai da quella dormita piena di riflessioni e di ricordi,
ricordi che volevo sopprimere e gelare nel cuore, il più lontano
possibile.
Mi alzai e mi diressi a mangiare un po', mi lavai e feci i compiti.
Si fecero le sette e ricevetti un messaggio dalla mia amica Carmen,
solo allora mi accorsi di avere 45 chiamate perse e 19 messaggi non
letti.
La maggior parte delle chiamate erano di Alessandro i messaggi invece
erano di Carmen che mi chiedevano come stavo etc...
Lessi solo l'ultimo.
PANDORA
DOVE DIAVOLO SEI???
SE
NN MI RISPONDI GIURO CHE VENGO LI A CASA E TI SFONDO IL PORTONE.
LO
SO CHE SEI FRUSTRATA MA ALESSANDRO SI è PREOCCUPATO MOLTO, DOPO CHE
TE NE SEI ANDATA, MANDAGLI ALMENO UN MESSAGGIO IN CUI GLI DICI CHE
STAI BENE
Carmen sapeva benissimo che stavo
soffrendo ecco perchè mi bombardava di messaggi. E questo sollevò
un po' il mio umore.
Le risposi che stavo bene, di non
preoccuparsi e che non avrei parlato per un po' con Alessandro.
Notai che si fece tardi e andai a
dormire, con le cuffie dell'I-Pod alle orecchie.
Il giorno dopo mi svegliai di
cattivo umore, non avevo voglia di vedere nessuno. Mi lavai i denti
mi truccai e mi vestì.
Indossai un paio di pantaloncini
cortissimi in jeans chiaro e una camicetta a scacchi rossa, un paio
di converse rosse consumate dalla storia dei bei momenti.
Presi l'autobus che mattutino che
mi portava direttamente a scuola.
Non sopportava quel mezzo, perchè
ci si stava scomodi, tutti attaccati e c'era puzzava di sudore.
Arrivata a scuola mi diressi
verso la classe della prima ora in anticipo, mandai un messaggio a
Carmen.
CAR,
IO SONO IN CLASSE, NON HO VOGLIA DI VEDERE LA GENTE CHE MI FISSA. CI
VEDIAMO A RICREAZIONE. Pan.
L'ora di Biologia passò in men
che non si dica, solo che stavolta ero persa nei miei pensieri e non
ascoltai la lezione, cosi feci anche a storia dell'arte e a francese.
Quando suonò la campanella della ricreazione, mi diressi a passo
spedito fuori all'aperto, per mangiare la barretta alla frutta.
Attesi che mi raggiungesse Carmen, ma non arrivò, le mandai qualche
messaggio chiedendole dove fosse, ma non ci fu segno di vita.
Passarono cinque minuti, ma
niente, poi altri cinque ma non si presentò.
Pandora pensava che la sua amica
fosse arrabbiata con lei, per un motivo che non capiva, ma la realtà
era molto diversa.
Carmen aveva passato la
ricreazione tra le braccia del suo nuovo ragazzo Francesco e si era
dimenticata di Pandora. Quando lo venni a sapere mi dispiacqui molto,
più per aver scoperto da altre persone che la mia amica si fosse
fidanzata, che sapere che fosse dimenticata dell'appuntamento.
Alla quarta ora ricevetti un
messaggio da parte di Carla.
CIAO
PANDORA, SCUSA SE DISTURBO, MA MI HANNO DETTO CHE C'è UNA PERSONA
CHE TI VUOLE PARLARE E CHE TI STA ASPETTANDO ALLA SCALA
ANTI-INCENDIO.
XOXO
CARLA.
Non
sapevo di chi si trattasse e quindi chiesi il permesso di andare in
bagno perchè mi sentivo poco bene, il professore sapendo che la
godevo di un buon rendimento scolastico, mi diede il permesso.
Con
la curiosità che le assillava la mente, mi diressi verso il luogo
indicato, arrivata li non trovai nessuno.
Forse avrà sbagliato o forse Carla si è solo confusa. E se questo fosse uno stupido scherzo fatto dai miei compagni? Uno scherzo per prendermi in giro per la questione di Davide. Colpa sua se adesso mi trovavo in quella situazione, la gente rideva di mie, mi prendeva per un puttana. Grazie tante Davide alias Stronzo di merda. Uffa se adesso non viene nessuno giuro che me...
“Scusa
per il ritardo” riconobbi subito quella voce, d'altronde la conosce
da quando sono in fasce.
Capitolo
3- Gli amici si perdonano sempre
Si
girò e notò Alessandro con un espressione tristissima sul volto,
era un po' agitato e questo lo capì solo guardandogli negli occhi.
Lo
conosceva come nessun'altra persona al mondo, sapeva tutto di lui.
Sapeva
che a lui non piaceva la fragola perchè era troppo dolce, sapeva che
amava i Sum 41.
Con
lui aveva passato tutto e di più.
Anche
se era più grande di un anno, insieme avevano passato molte cose.
A
13 anni scapparono di nascosto, per andare a giocare con gli amici.
A
14 lei gli chiese di dargli il suo primo bacio, aveva sempre pensato
che il primo bacio si dovesse dare alla persona a cui si vuole un
mondo di bene, allora le venne in mente che la persona giusta era
Alessandro e quindi glielo chiese, lui all'inizio non voleva farlo,
perchè pensava che avrebbe cambiato in qualche modo la loro amicizia
ma non fu così.
Anzi
diventarono più intimi, cosi tanto che Pandora seppe che il suo
amico aveva un agendina in cui annotava e dava un punteggio alle
ragazze che si scopava. La cosa all'inizio la disgustava un po' ma
poi le venne in mente che lui era più grande, che aveva una sua vita
e che era un uomo.
“Dimmi
cosa volevi e facciamola la finita” le rispose lei in tono acido.
Ma
non lo fece apposta era troppo arrabbiata con lui.
“Ehm...e
che....”
“E
che...cosa vuoi Alessandro? Non ho tutto il tempo del mondo.” cercò
di distogliere lo sguardo dai suoi occhi, perchè era certa che
avrebbe solo visto tristezza.
“Pan,mi
dispiace moltissimo. Non volevo ferirti e che quando ho sentito lui
che ne parlava in bagno, sono andato su tutte le furie. Non mi piace
che la mia migliore amica venga presa per un puttana. Scusa.”
Restammo
per un po' in silenzio fino a quando non sospirai e quel gesto fece
si che Alessandro mi guardasse negli occhi.
Pandora
lesse negli occhi del suo amico il dispiacere e la tristezza.
Gli
diedi un bacio sulla guancia e lo strinsi in un abbraccio pieno di
amore e perdono.
“Ti
voglio bene scemo”
“Anch'io
tesoro. Mi dispiace.”
“Tranquillo
e tutto apposto. Quasi...”
“Che
intendi dire?” Alessandro sembrava confuso, come so non fosse a
conoscenza della mia tristezza.
“Bhe
gira la voce che io sia una puttana e che abb...”
Venni
interrotta dal mio amico
“Pan
entro domani queste voci cesseranno, te lo prometto.” detto questo
mi diede un bacio velocemente sulla guancia e se ne andò.
Ritornai
in classe con un sorriso a trentadue denti, lo notò anche il prof e
si insospettì chiedendomi se stavo già meglio e perchè avevo
quella faccia.
Le
ore passarono in fretta all'una ricevetti un messaggio da Alessandro
Ciao
Pan, come va??? Vieni dopo a casa mia, che ci guardiamo un film....
:) Ale
Gli
risposi subito dopo.
Come
ai vecchi tempi???? °o° Pan
Si
si, come una volta, però porta il gelato, ci vediamo alle 3. ciao.
Ale xD.
Giunta
a casa, pranzai velocemente, feci i compiti e andai a farmi una bella
doccia.
L'acqua,
con il suo calore sulle spalle e le gocce che cadevano sugli occhi,
mi facevano rilassare. Mi feci la piastra e mi truccai: mascara extra
volume, ombretto marroncino e fondotinta.
Prima
di uscire presi dal frigo la vaschetta di gelato al
cioccolato-stracciatella, i nostri gusti preferiti, arrivai per un
soffio alla corriera e mi misi l'I-Pod alle orecchie.
Partì
la canzone Titanium - David Guetta feat. Sia, comincia a cantare tra
me e me
You
shout it out
But I can't hear a word you say
I'm talking loud
not saying much
I'm criticized but all your bullets ricochet
You
shoot me down, but I get up
Arrivata
al portone di Ale, mi agitaì senza motivo. Dovevo confessare ad
Alessandro, la genialità che mi son fatta fare durante le vacanze
estive.
Presi
coraggio e bussai.
TOC
TOC
Sentì
dei passi raggiungermi e la serratura schioccare, davanti mi si parò
Luciana, la mamma di Alessandro e la migliore amica di mamma.
Era
una donna molto bella, taglio corto e color nero, occhi marroni,
bassina, ma con una luce sul volto da rallegrare persino le persone
tristi. Si certo qualche rughetta ce l'aveva, ma non si notava molto.
“Oh
tesoro. Da quanto tempo!” Era entusiasta, e lo si notava, mi
abbracciò con foga bombardandomi le guance di baci e colorandomele
del suo rossetto.
“Tanto.”
Era
vero, l'ultima volta che l'avevo vista era a Capodanno. Ero rimasta
in loro compagnia giusto quindici minuti, il tempo che i miei amici
mi passassero a prendere e poi da li avevo visto solo Alessandro a
scuola. La mamma la vedeva quasi tutti i giorni e se non uscivano
insieme, parlavano per ben mezz'ora al telefono. Nessuno poteva
fermare la forza delle due donne al telefono, neanche Matteo, il
secondo marito di mamma.
Lo
aveva conosciuto al lavoro, nella casa editrice della Mondadori,
cominciarono a frequentarsi, quando avevo solo 5 anni e si sposarono
otto anni dopo.
Lui
per me era il padre che ho perso tempo fa.
Papà
si ammalò gravemente e non ci fu nessuna cura che lo poteva aiutare,
morì poco dopo.
Non
ricordo molto, so solo che gli piaceva suonare il pianoforte e
cantare con me, la mamma aveva appeso nella camera da letto, una
cornice con tutti e tre raffigurati.
“Mamma
chi è alla porta?”
“Tesoro
è Pandora!”
Mi
fece accomodare nel salotto, sulla mia poltrona preferita, li da
piccola ci avevo trascorso delle dormita da non dimenticare mai.
“Hey,
Pan! Pronta per il film?”
Annuì.
“che
ci vediamo?” gli chiesi con il dubbio che sfiorava la mia mente.
“Uhm
che ne dici di Harry Potter e i Doni della morte?” mi sorrise
compiaciuto, della sua scelta.
“Ok
però prima ti devo mostrare una cosa”
Mi
alzai da divano e cominciai a sbottonarmi i jeans che avevo adosso.
“Ma
che diavolo fai Pan?”
Alessandro
sembrava imbarazzato, come se pensasse che gli facessi uno
spogliarello, cosa del tutto falsa.
“Aspetta
e guarda.”
Abbasai
i jense e feci vedere ad alessandro il mio tatuaggio, speravo che la
sua reazione a quel disegno fosse identica a quella di Carmen, ma mi
sbagliai.
“Cos'è
quel coso?” sembrava irritato, anzi lo era.
“Ehm...un
t-tatuaggio...” abbassai lo sguardo, non volevo vederlo negli
occhi.
“E....tua
Vanessa lo sa?” ecco voleva fare lo stronzo e farmi mettere in
punizione.
“N-no,
ti prego non dirglielo. Glielo dirò appena si saranno calmate le
acque.”
Sbuffò,
alzai lo sguardo e vidi che osservava il mio tatuaggio con amore.
Si
chinò e allungò la mano, quando fu a meno di 2 centimetri dal mio
fianco mi chiese.
“Posso
toccarlo?”
Annuì
lievemente, sentì il suo dito percorrere la scia delle farfalle e
fermarsi poco dopo.
“Anch'io
mi son fatto un tatuaggio, per i miei lo sanno”
Ero
sorpresa, ad Ale non piacevano i tatuaggi, ecco perchè temevo di
farglielo vedere. Gli feci segno di farmelo vedere e lui alzò la
manica della maglia fino alla spalla ed eccolo lì un simbolo
tribale, molto bello, in certi punti era spigoloso in altri il
disegno diventava morbido.
“Tu
non eri quello contro i tatuaggi?” gli chiesi curiosa della sua
risposta.
“Tutti
cambiano prima o poi. E adesso ci vediamo il film?”
Scrollai
le spalle, in segno di si, mi accoccolai sul divano con la testa
posata sulla spalla del mio migliore amico.
Mangiammo
il gelato, come due bambini di cinque anni, Ale si era sporcato la
maglia, io invece mi ero sporcata i jeans.
Con
l'avanzare del film, presi sonno e mi addormentaì.
Nel
dormi veglia sentì qualcuno sollevarmi e portarmi da qualche parte
per poi posarmi su qualcosa di morbido e soffice.
“Notte
piccola mia” e un bacio si posò sulla mia fronte.
Tatuaggi
Pandora
Tatuaggio di Alessandro: